Aracne che ardì tessere la violenza degli dei

 

Nelle nebbie delle origini del mondo, le tre Parche filavano e tessevano il destino degli uomini. Si potrebbe dire che il futuro di ogni essere generato dopo il caos primordiale dipende dalla trama con cui è filato il tessuto della sua vita. Nella mitologia greca, c’è un telaio, un drappo, una coperta fatta a mano a ogni passo, come i sassolini bianchi nel bosco di Pollicino. Le donne sono le padrone di questo regno; i maschi non ci entrano quasi mai… anche se questa non sempre è una bella storia.  Nelle Metamorfosi di Ovidio spunta a un certo punto una ragazza minuta e spavalda; viene dal popolo, ma questo non la rende meno fiera e arrogante. Perché Aracne, questo è il suo nome, è bravissima in un’arte che viene dagli dei: quella di tessere i tessuti. È così brava da sfidare persino la dea Atena che della tessitura è signora.

Le due tessitrici si siedono una accanto all’altra e tessono, veloci come il vento: porpora, oro, colori pastello, tonalità così tenui da essere impercettibili; un arcobaleno nel cielo, così chiama Ovidio la tela. Atena racconta la storia del suo trionfo sul dio Poseidone e la conquista della città di Atene. Aracne sgrana a una a una piccole e grandi storie di violenza degli dei nei confronti dei mortali: Zeus trasformato in pioggia d’oro che cala all’improvviso sul corpo di Danae, Leda avvolta dalle ali di un cigno in cui si nasconde Zeus, Europa rapita da un toro e portata via sul mare, un toro che è in realtà il signore degli dei. Mentre i miti di violenza e di sopruso si srotolano sulla tela, Aracne vince; la sua abilità è più divina di quella della stessa dea. Atena non si rassegna: strappa in mille pezzi il lavoro della rivale e la colpisce più volte con la spola di legno del telaio; la colpisce così forte che Aracne decide di togliersi la vita impiccandosi, l’unico modo in cui una donna antica poteva suicidarsi. La divinità allora viene presa da un piccolo singulto di pietà che in realtà è più crudele della morte: la spruzza con un succo velenoso e la piccola figlia del popolo si trasforma, letteralmente, in un ragno. Continuerà per sempre a filare, ma avrà perso la sua natura di donna.
Nello stesso libro delle Metamorfosi, dopo Aracne, la bellissima 

Filomela (destinata poi a diventare una rondine) tesserà sulla tela la storia della sua violenza, per raccontarla alla sorella Procne, non potendo più proferire parola, perché ridotta al mutismo da un cognato stupratore e sanguinario.

Silvia Romani, grecista e mitologa

(se volete leggere altre sue storie: http://mitologina.style.it)

Nei massicci montuosi dell'Africa settentrionale, ogni casa ha il suo telaio rudimentale: due travi di legno sorrette da due aste verticali.

La trave superiore è chiamata la trave del cielo, mentre quella inferiore rappresenta la terra. Queste quattro travicelle simboleggiano l'universo.

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A volte basta un filo a cambiare la trama

Come possono cambiare le nostre vite grazie all'incontro con due tipi di donne diverse. Prendiamo spunto dal romanzo La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier.

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