Ghita diceva: «Mamma, a che filate?

Nessuna fila in Mèrica. Son usi


d'una volta, del tempo delle fate.

 

Ghita diceva: «Madre, a che tessete? 


Là può comprare, a pochi cents, chi vuole,


cambrì, percalli, lustri come sete.

Sono versi di Giovanni Pascoli, questi, tratti da un poemetto del 1904, Italy.

È la storia del ritorno al paese natale di una famiglia di emigrati con la loro bambina malata e di un incontro-scontro fra due mondi lontani: quello americano, frenetico e rutilante,  dominato dalle macchine, e quello arretrato, antico, che segue il ritmo lento della povertà, della nonna della piccola Molly, che fila e tesse come ai tempi delle fate. Dapprima ostile, la bimba, nata e cresciuta in Mèrica, verrà pian piano ammaliata dalla “giuliva
 danza dei licci” del telaio e il quotidiano felice incanto la aiuterà a guarire.

Il nostro secondo ciclo di Tessuti Vissuti - 7 incontri da novembre a maggio - vorrebbe essere un piccolo viaggio narrativo fra diversi paesaggi storici e culturali dell’arte della tessitura, a partire dalle “centomila spole” che tessono tanta tela in uno scatto quanto la nonna di Molly in un anno, e che anche da noi cominceranno a sfrecciare nelle fabbriche, creando benessere ma anche condizioni di lavoro e sfruttamento tali da condurre alle prime lotte operaie. Per arrivare a parlare dell’incanto salutare del lavoro artigianale che, sottratto al bisogno, sta ritrovando oggi una nuova ragione d’essere, e facendo tappa in luoghi in cui - vuoi perché ancora in cammino sulla via del cosiddetto sviluppo, vuoi per un più pervicace radicamento della tradizione-, la tessitura a mano non ha mai smesso di essere praticata come lavoro e arte.

 

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13 gennaio 2015

Rosella Morelli

I tessuti Kantha del Bengala: una tradizione che si evolve.

 

La tradizione del Kantha è da lungo tempo parte della cultura bengalese. Nasce a livello popolare dall’esigenza di riutilizzare vecchi tessuti e renderli gradevoli con decorazioni a ricamo. I punti del ricamo sono pochi e semplici, così come i colori, prevalentemente rosso e nero. Ma questa semplicità si esprime con grande ricchezza e creatività in prodotti dagli usi diversi, che riflettono graficamente il contesto in cui vivono le donne che li creano: nascono dalle storie del villaggio e delle famiglie, intessute di elementi magici e rituali. I motivi del Kantha sono stati nel tempo elaborati e oggi l’abilità manuale delle donne è utilizzata per produrre materiali che si possono trovare sul mercato con elementi e usi derivati da quelli originari ma da quelli dissimili. I pezzi più antichi sono raccolti in importanti musei come testimonianza di una straordinaria ricchezza popolare che commuove e stupisce. L'incontro sarà accompagnato da una piccola mostra di tessuti raccolti in Bangladesh.

 

 

Rosella Morelli ha vissuto per motivi di lavoro in vari paesi in Centro America ed Asia dove si interessa al contesto culturale ed inizia un suo percorso di scoperta dei tessuti locali con speciale attenzione per quelli di origine etnica. In Guatemala, Panama e poi Birmania colleziona tessuti e impara a conoscerne tecniche  e motivi. In Bangladesh, dove vive per diversi anni, è una delle organizzatrici della mostra Embroidery and Laces tenutasi presso l’Ambasciata Italiana; conosce persone di rilievo nel mondo tessile locale e insieme ad alcune di loro costituisce il Textile Study Group, allo scopo di condividere e far conoscere diverse tradizioni tessili asiatiche. Ha partecipato a seminari e incontri a Kolkata, Bangkok e Londra.

 

2 dicembre  ore 18.30

Associazione La rosa e la spina

Per non perdere il filo: le donne di due ex fabbriche del bresciano si raccontano. 

 

Il documentario, realizzato da Ivana Trevisani e Moira Della Fiore, frutto del recupero della storia delle fabbriche tessili esistenti a Villanuova, ci racconta, attraverso le interviste alle donne che vi lavorarono, oltre alle dure, talvolta drammatiche, condizioni di lavoro e di vita quotidiana, anche le felici storie di solidarietà, di amicizia e di lotta sindacale e persino il rimpianto per un passato non troppo passato che ha profondamente plasmato l’identità di quella comunità.

 

La Rosa e La Spina è un’associazione nata nel 2011 a Villanuova sul Clisi nella provincia di Brescia. “Punto di incontro di donne appassionate, disposte a portare un’idea e a riceverne un’altra”, organizza incontri e laboratori di tipo culturale allo scopo di diffondere una cultura dell’accoglienza, di favorire l’incontro tra generazioni per uno scambio di esperienze e idee e la partecipazione delle donne native ed emigrate alla vita collettiva (www.larosaelaspina.com) 

 

11 novembre

Mario Maffi 

"Se non fosse per chi tesse..." Industria tessile e lotte operaie.

 

Mario Maffi ha insegnato per quarant'anni Cultura anglo-americana all'Università Statale di Milano. Si è occupato di culture urbane, immigrate, giovanili, di realismo e naturalismo. Ha dedicato tre libri a New York: Nel mosaico della città (Feltrinelli 1992, Il Saggiatore 2006), New York. L'isola delle colline (Il Saggiatore 1995, Feltrinelli 2003), Sotto le torri di Manhattan (Rizzoli 1998; poi  con il titolo New York. Ritratto di una città, Odoya 2010); uno a Londra: Londra. Mappe. Storie. Labirinti (Rizzoli 2000; poi con il titolo Londra. Ritratto di una città, Odoya 2011); uno al Mississippi (Mississippi. Il Grande Fiume. Un viaggio alle radici dell’America, Il Saggiatore 2009); uno al Tamigi (Tamigi. Storie di fiume, Il Saggiatore 2008). Fra le sue pubblicazioni più recenti: La giungla e il grattacielo. Scrittori, lotte di classe, “sogno  americano”. 1865-1920 (Odoya 2013); e Città di memoria. Viaggi nel passato e nel presente di sei metropoli (Il Saggiatore 2014).

 

10 febbraio

Barbara Zucchi

Lasciare l’industria per il laboratorio artigianale.

 

10 marzo

Fabrizio Merisi

Il rattoppo: quando il bisogno si sposa alla creatività.

 

14 aprile

Sissi Castellano

Tecniche tessili in via di estinzione.

 

26 maggio

Paola Besana

Telai del mondo: una piccola mostra accompagnata da istruzioni per l’uso.

 

Nei massicci montuosi dell'Africa settentrionale, ogni casa ha il suo telaio rudimentale: due travi di legno sorrette da due aste verticali.

La trave superiore è chiamata la trave del cielo, mentre quella inferiore rappresenta la terra. Queste quattro travicelle simboleggiano l'universo.

Corsi e incontri 2024 

 

Maggio

 

Tintura naturale 

sab 18 - dom 19

 

Tessitura di tappeti

ven 24 - sab 25 - dom 26

 

Giugno

 

Tessitura a pettine liccio

ven 31 maggio - sab 1 giugno - dom 2 giugno

La mostra del mese

Biennale di Venezia 2024

Arsenale

Cile. Collezione di arpilleras

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